Tra Università e sport: intervista a Luca Chessa

Parte da oggi, con il giocatore del CUS Sassari basket Luca Chessa, una nuova rubrica: nelle prossime settimane verranno infatti intervistati i ragazzi protagonisti dei campionati federali a cui partecipa il CUS Sassari, iscritti all’Università degli Studi di Sassari.

Per Luca Chessa, il CUS rappresenta un vero e proprio punto di riferimento:

Per me il CUS Sassari, sarà una frase fatta, ma è una seconda famiglia. Tutti quanti hanno il potere di riuscire a coinvolgerti e metterti al centro dei progetti, facendoti sentire, allo stesso tempo, importante e responsabile. Personalmente vivo a pieno il mondo CUS, anche per fare semplicemente due chiacchiere con i manutentori o con gli altri tecnici delle varie sezioni.
Negli anni è stato fatto un lavoro straordinario da parte dei dirigenti e degli addetti ai lavori, che associano perfettamente il valore dello sport e della socialità: ho scelto di vestire i colori rossoblù, un anno prima della pandemia (2019 ndr) e anche se non è stato facile cambiare aria, lo rifarei altre mille volte. Fin dai primi contatti con i dirigenti, sapevo che sarebbe stata la scelta migliore: paradossalmente pur essendo a soli 5 km da casa mia, conoscevo poco gli impianti e la struttura, ma son rimasto piacevolmente sorpreso dal potenziale che hanno e che potranno avere nel corso del tempo
”.

 
Come detto, Chessa frequenta anche l’Università di Sassari:

Sì, sono iscritto al secondo anno di Sicurezza e Cooperazione Internazionale, una branca della Facoltà di Giurisprudenza”.

Il CUS Sassari e l’Università degli Studi di Sassari sono molto legati tra loro…

Per me studiare all’Università di Sassari è una grande opportunità per crescere e arricchire il mio bagaglio di esperienze: inoltre credo che si dia poco risalto al legame che hanno, ma tutti gli studenti e gli sportivi devono essere orgogliosi di poter avere a disposizione un’accoppiata come questa.
Questo all’apparenza può sembrare un piccolo dettaglio, ma per i ragazzi delle giovanili e per noi studenti universitari poter usufruire delle aule studio presenti nella struttura, significa davvero tanto e rimarca, ancora una volta, l’importanza del connubio studio/sport
”.

Per quasi due anni gli studenti sono stati costretti alla DAD, ma Luca Chessa non vede solo lati negativi dopo aver sperimentato questo nuovo modo di apprendere:

Per il periodo in cui eravamo, la DAD ha rivoluzionato completamente il modo di fare lezione e di studiare, sia in positivo che in negativo. Sicuramente ha negato la possibilità di vivere a pieno l’esperienza universitaria e questo conta molto, ma ha permesso anche di migliorare tante cose all’interno di quest’ultima. Credo che dopo quasi due anni, la DAD, possa davvero essere un’arma in più per lo studio di ogni studente universitario”. 

Nella vita di Luca Chessa, non c’è solo l’Università, ma anche il basket, sport che pratica da diversi anni. In questa stagione è tra i protagonisti della stagione del CUS Sassari in Serie C:

Sapevamo benissimo delle difficoltà che avremo trovato in questo campionato: dopo 8 anni di Serie D e aver dominato ’ultima stagione, la società ha deciso di premiarci dando a tutti noi la possibilità di affrontare un campionato importante come la Serie C.
Molti di noi sono esordienti e aver perso per infortunio un giocatore importante come Edoardo Campus, che io reputo oltre che un grande amico e compagno di squadra, un giocatore di cui non si può fare a meno, sul piano del ritmo e dell’intensità difensiva e offensiva, ci ha creato non pochi problemi.
Nel girone d’andata ci siamo arresi solo al fotofinish con squadre forti e organizzate del calibro di Esperia e Ferrini: in questi match siamo però riusciti a prendere le note positive per poter migliorare in questo girone di ritorno.
La Serie C è un campionato dove sono concessi davvero pochi errori e l’avversario difficilmente ti dà una seconda chance. Noi, nonostante le difficoltà, siamo carichi e vogliamo affrontare tutti da qua fino a maggio, con lo spirito che contraddistingue questa società, ossia con positività, lavoro, serenità e spirito di gruppo, perché anche questo rappresenta un aspetto fondamentale nella vita di squadra
”.

Dopo lo stop di marzo 2020, i ragazzi del CUS Sassari sono stati costretti a uno stop di un anno e mezzo, ma a ottobre, la voglia di ricominciare era davvero tanta:

“Il lungo stop ha influito su tutto: studio, vita sociale, sport e lavoro. É stato bellissimo, ma allo stesso tempo difficile riprendere tutte le attività: l’importante è stato ripartire, soprattutto con le attività giovanili di cui io faccio parte come allenatore, perché per i ragazzi stare fermi quasi due anni è davvero difficile e rappresenta un’infinità di tempo!

“Volevo, infine, aggiungere due righe, per ringraziare ogni minima persona che lavora all’interno del Mondo CUS e per confermare le mie sensazioni alla chiamata da parte loro: sono sicuro che questa società avrà un futuro glorioso davanti, e che, grazie al lavoro di tutti si possa diventare un punto di riferimento per il basket ma anche per lo sport isolano in generale. Forza CUS sempre!” ❤️💙

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